21 giorni

Un millisecondo per avere un’idea brillante.
Qualche ora per toglierla dalle nebbie della mente e portarla sulle lande della realizzazione pratica.
Qualche giorno per dispiegarla in un piano d’azione.
Ventun giorni per trasformare un’azione in un’abitudine.
In media bastano tre settimane per creare un’abitudine.
Provare per credere.
Due o meglio tre volte al giorno, per tutti i giorni per 21 giorni e avrete come risultato:
Un’abitudine per tutti i giorni della vostra vita.
Se lo consentiamo l’abitudine diventa parte di noi.
Diventa noi.
Nel bene e nel male.
Si, vale anche per le pessime idee.
Non sono mai riuscito a spiegare a Teresa quest’ultimo passaggio.
… ma tant’è…

Muore il satanista killer Agostino C.

Si è spento all’età di 48 anni il satanista killer Agostino C.

Impeccabile serial killer e fervente satanista Agostino si fece puntiglio sin da adolescente di professare la propria fede in Satana malgrado il grosso handicap del proprio nome. Una vita difficile, funestata da alcuni problemi fisici, che decise però di tenere e consacrare al signore oscuro. Agostino inizia la propria carriera ad appena 14 anni seviziando animali che, a suo insindacabile giudizio, l’avevano disturbato. Tale comportamento, che spesso sfociava in vere e proprie piccole esecuzioni, venne bollato quasi da subito come segnale di instabilità mentale.

Dalle cartelle dello psichiatra che lo ha in cura, risulterà poi invece che Agostino processava regolarmente gli animali prima di somministrare la pena, secondo un particolare codice di leggi da lui stabilito. La sete di giustizia spinge quindi Agostino a misurarsi in imprese più grandi scontrandosi però con le difficoltà dovute ad una piccola statura, manine grassoccie, bassa coordinazione, miopia, e flaccidità muscolare.

La scelta diventa quindi quasi obbligata. Con la stessa determinazione e senso etico con cui i paesi civilizzati depredano quelli meno civilizzati e in linea con una qualche teoria del bene comune e assoluto, Agostino diventa satanista e beneficia dei poteri del male.

Ha appena vent’anni quando con il primo triplice omicidio inizia quella che sarà una folgorante carriera. Sfortunatamente come le migliori carriere dei serial killer, quelli che non vengono presi, rimane sconosciuta. Non fosse per i suoi diari non ne sapremo nulla, al pari della sua personalità analitica a delicata.

Scrive così, in qualche modo presagendo la sua fine:

“Ancora una volta mi rendo conto di essere una vittima della società. Nulla di quanto ho fatto è stata colpa mia. Io sono il prodotto di quello che mi è stato insegnato e dell’ambiente in cui sono cresciuto così come coloro che mi hanno insegnato e che hanno formato il mio ambiente. Nessuno ha colpa e nessuno può salvarsi. Mio padre morì di cirrosi a 47 anni. E’ tempo che inizi a bere. Bere sul serio.”

Può non essere successo.

La foto ha il solo scopo di presentare l’articolo.

Il post va assunto all’interno di un piano di lettura bilanciato.