Non c’è nulla di peggio di un comunista, tranne un comunista fallito.
Sarò breve.
Ho appena finito un lavoro e mi attende la tradizionale notte a troie e alcol, per cui non sprecherò né il mio tempo né il tuo.
I comunisti come altri seguaci di pensieri forti (dove per forte si intende totalizzante e che non ammette al suo esterno forme altre verità possibili)
sono una vera e propria piaga.
Rompicoglioni corrosivi da far rimpiangere i Vegani ed il loro cazzo di Tofu.
Ma nulla, nulla, sono rispetto ai comunisti falliti.
I comunisti falliti sono quella sfigata genia di mezzi uomini, non abbastanza belli forti o ricchi per scopare adeguatamente che hanno cercato una rivalsa nel farsi paladini di una ideologia che proprio perchè teoricamente ben architettata, nulla ha a che vedere con il popolo.
Il popolo vuole figa, alcol e partite di calcio (o il suo equivalente in altre attività in cui si tifa qualcuno che fa il lavoro per noi); figurarsi se ha un senso logico affidargli i mezzi di produzione.
Ma non divaghiamo che il tempo stringe e devo ancora scegliere le escort.
I comunisti falliti, infatti, usano questa ideologia nella speranza che qualcuno li caghi. In alcuni rari casi questo succede. Allora assistiamo ad una lenta evoluzione ( o regressione) a posizioni sempre più moderate sino a diventare membri di partito presentabili ed eleggibili. Qualcuno se li elegge e loro rientrano nella catena alimentare.
Nella maggioranza dei casi questo non succede.
Si verificano allora due possibili involuzioni.
Una li trasforma in estremisti sempre più pericolosi o in scassacazzo sempre più devastanti. Nel primo caso fanno danni fisici, nel secondo ammorbano chiunque li stia attorno facendo rimpiangere le bombe artigianali caricate a chiodi e bulloni.
L’altra li fa traghettare in un percorso di odio e rancore.
Il comunista sfigato inizia a sviluppare un cupo risentimento verso le persone che ha cercato di aiutare e comincia ad odiarle.
Il popolino prima visto come massa da educare e portare al potere, potere consapevole di un governo illuminato e senza padroni né schiavi, viene vista come carne da cannone, massa bruta da sfruttare senza pietà.
Ecco che il comunista sfigato fa il giro passando per la porta posteriore.
Cambia bandiera… tutte le volte che serve.
Rimangono i toni e l’arroganza bavosa di chi pensa di avere ragione, cambia la veste.
Nella nuova veste e nel nuovo agire sotto diversi colori permane sempre una smaccata vicinanza al popolo. L’ex comunista sfigato si comporta come se fosse uno del popolo, mentre invece lo odia e lo disprezza, lo usa e se lo fotte.
Perché ricordiamolo: Alla fine il poveraccio vuole solo fottere.
Solo fottere.